Nella puntata di Masterchef di San Valentino, i concorrenti rimasti in gara hanno potuto sfidarsi in un’esterna davvero molto particolare.
La serata n. 10 per il talent culinario più conosciuto d’Italia ha infatti visto i giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli mettere alla prova i sei aspiranti Masterchef presso l’iconico Museo del Cinema di Torino. I cuochi sono stati dunque immersi in uno dei templi assoluti di questa arte figurativa, uno dei più grandi d’Europa.
Una location sicuramente particolare, che ha esaltato le capacità di alcuni (e scoraggiato quelle di altri) con l’obiettivo di aprire la mente a una cucina cosmopolita, che potesse unire stili, ingredienti e ricette in soluzioni nuove, che potessero rispecchiare l’incontro tra diverse culture e materie prime.
Il Museo del Cinema di Torino: un luogo leggendario per i film, e non solo
I concorrenti non hanno però dovuto fare le valigie per andare a caccia di ingredienti remoti e di culture culinarie internazionali. Hanno infatti potuto viaggiare con la fantasia presso il Museo Nazionale del Cinema, luogo scelto per la prova in esterna della puntata dello scorso 14 febbraio.
Il Museo torinese è una delle capitali cinematografiche italiane, un luogo davvero leggendario per gli amanti dei film, oltre che un centro culturale di grande rilievo per le pellicole, con una collezione che è ad oggi tra le più ricche del mondo. Sono infatti contenute all’interno della struttura ben 2 milioni e 200 mila pezzi, con mostre tematiche e una sezione dedicata all’archeologica del cinema.
Situato all’interno della Mole Antonelliana, è proprio qui che è stata allestita la cucina in cui i concorrenti hanno dovuto sostenere quella che è una delle prove più temute di ogni edizione di Masterchef, quella dei critici enogastronomici.
Non solo. L’occasione è stata utile anche per legare la creazione dei piatti con la necessità di considerare i richiami di alcuni celebri film. E di fatti, a giudicare le preparazioni non sono stati solamente i critici gastronomici, quanto anche esperti di film guidati da Gianni Canova, noto critico e conduttore per Sky Cinema, nonché docente e rettore della Libera università di lingue e comunicazione Iulm di Milano.
Insomma, una sfida a metà tra cucina e cinema, che ha potuto generare il giusto premio per due dei migliori patrimoni della storia e della cultura nazionale, con uno sguardo aperto verso nuovi orizzonti.