Una ricerca pubblicata su Nature Nanotechnology sta aprendo nuovi scenari particolarmente interessanti per la conservazione delle opere d’arte.
Uno dei grandi problemi che musei e restauratori devono fronteggiare è infatti legata al deterioramento delle opere, con perdita progressiva dei colori originali.
Le cose potrebbero però cambiare grazie a un ritrovato tecnologico che potrebbe costituire una vera e propria rivoluzione, una soluzione di riferimento che garantirà la preservazione più efficace dei colori delle opere che di norma vengono compromessi dall’esposizione prolungata a ossigeno, gas e altri elementi.
Il segreto è nel grafene
Il segreto della soluzione pubblicata sulla rivista di nanotecnologia è legato all’utilizzo del grafene che, secondo quanto afferma Costas Galiotis, uno dei co-autori della ricerca, potrebbe essere utilizzato come uno strato protettivo trasparente sulle opere d’arte, applicabile in modo facile e rapido, e rimovibile con semplicità, contrariamente a quanto avviene con altri filtri protettivi in commercio, che sono a base di materiali polimerici.
Naturalmente, non è stato facile convincere molti artisti a mettere a disposizione le loro opere per la fase di test. I pittori erano particolarmente riluttanti all’idea di prestare le loro opere per fare queste prove potenzialmente invasive, fino a quando non hanno trovato la disponibilità dell’artista Matina Stavropolou, che ha deciso di mettere in uso alcune sue recenti creazioni.
Dunque, per provare che il grafene è effettivamente una buona soluzione al problema del deterioramento dei colori delle opere d’arte, i ricercatori hanno preso alcuni dipinti dell’artista e hanno coperto con il materiale metà superficie di ciascuno dei due, per rimetterli poi in una stanza speciale che è stata studiata per accelerare il processo di invecchiamento.
Alla fine, il grafene non ha mostrato crepe o pieghe alla fine di questo periodo di stress, mentre un altro quadro è stato usato per dimostrare quanto sia semplice rimuovere lo strato di questa sostanza.
La tecnica continuerà ora ad essere studiata, con la necessità di considerare che non può essere adatto a ogni situazione, privilegiando materiali come carta, cartone o tela, piuttosto che altre superfici più irregolari o in rilievo. In quel caso si potrà però optare anche per stendere il grafene sui vetri che di norma sono posti dinanzi a queste opere per proteggerle dagli agenti esterni.