Secondo alcuni studi, il pittore Van Gogh ha rappresentato una complessa legge della fisica in uno dei suoi dipinti più famosi
Van Gogh è stato uno dei pittori più sottovalutati di sempre: ai suoi tempi, infatti, non è stato compreso come avrebbe meritato, tant’è che il suo ruolo di artista prese forma pian piano negli anni a seguire. Non parliamo, però, solo di un grande pittore, in quanto l’uomo faceva molto di più: era in grado di rappresentare su tela emozioni e circostanze di cui, molte volte, anche lui stesso era consapevole solo inconsciamente.
Van Gogh condusse un’esistenza davvero molto complicata, continuamente costellata da eventi che hanno influito violentemente sulla sua personalità. Sin dall’infanzia si è rivelato estremamente scontroso e solitario, e da sempre ha cercato di inglobare nelle sue opere questi suoi stati d’animo, concentrandosi principalmente (e con estremo realismo) sulla vita quotidiana dei più svantaggiati.
Nella fase finale della sua vita, il pittore si fece convincere da suo fratello Theo a farsi ricoverare nell’ospedale psichiatrico di Saint-Rémy-de-Provence. Soprattutto in questo periodo, l’uomo completò ben cinquecento opere, ma allo stesso tempo cominciò a soffrire di depressione e vivere una serie di avvenimenti tristi (alcuni anche spinti da allucinazioni), che lo portarono poi a spararsi co una revolver nel 1890, a soli 37 anni. Proprio in questa fase, però, il pittore ci ha regalato degli autentici capolavori, tra cui la sua Notte Stellata, che nasconde una peculiarità davvero curiosa.
Van Gogh, ecco cosa ha (inconsapevolmente) scoperto
Notte Stellata è stata realizzata da Van Gogh un anno prima della sua morte ed è attualmente conservata presso il Museum of Modern Art, a New York. Secondo alcuni studi, in questo quadro il pittore non avrebbe soltanto rappresentato un panorama notturno tempestato di stelle, ma anche inconsciamente rappresentato su tela una farraginosa legge della fisica.
La studiosa Natalya St. Clair ha constatato in un TED che Van Gogh, sebbene fosse rinchiuso in quella clinica, sia riuscito a rappresentare alla perfezione il concetto di flusso turbolento nella dinamica dei fluidi, principio decisamente importante in fisica e codificato per la prima volta in equazione nel 1940, dal fisico russo Andrey Kolmogorov.
In fisica, un regime turbolento è un moto di un fluido in cui le forze viscose non sono sufficienti a contrastare le forze di inerzia. Al fatto pratico, il tutto si traduce in una serie di vortici di varie dimensioni, che interagiscono fra loro, ma anche in fluttuazioni caotiche di pressione e velocità. Concetto che, seppur inconsciamente, il pittore ha ben rappresentato idealmente e visivamente sulla tela di Notte Stellata, soprattutto nella sua parte centrale.
E voi conoscevate questa curiosa notizia?