Un grande artista del passato nasconde e raffigura in un quadro la realtà sconcertante di un omicidio. Cosa è successo?
La verità di ciò che viene illustrato in un quadro è sempre stato un aspetto desiderato dal noto pittore Caravaggio (1571-1610), che nelle sue opere riusciva a creare il connubio perfetto tra realtà e teatralità. I quadri dell’artista sono da sempre stati osservati e studiati nel dettaglio, per comprendere a pieno la maestria e il tocco inconfondibile dell’artista, delle sue tecniche, delle ideologie nascoste dietro le sue opere e la loro storia.
Un quadro in particolare catturò l’attenzione degli storici d’arte e dei critici, perchè Caravaggio non si limitò solo a raffigurare e lasciarsi ispirare da scene di vita quotidiana altrui. In alcuni casi prendeva spunto anche dalla sua, mettendo nei suoi quadri aspetti che lo riguardavano personalmente. Questo approccio personale alla pittura ha reso i suoi quadri non solo espressioni artistiche di straordinaria maestria, ma anche finestre aperte sulla sua vita. La profondità e l’autenticità hanno contribuito a rendere l’arte di Caravaggio ancora più significativa e influente nel panorama artistico del suo tempo.
La rivelazione dell’omicidio nascosta nel quadro di Caravaggio
Caravaggio in vita era noto per essere un ragazzo controverso e dalla personalità tempestosa e spesso facilmente irascibile e ribelle. In molti casi si ritrovava coinvolto tra risse, problemi legali, atti di violenza e persino omicidi. Per questo fu costretto a fuggire, ma quest’ultimo aspetto decise di immortalarlo in uno dei suoi quadri. Uno degli eventi più noti che segnò la sua vita fu l’ uccisione di un uomo durante un litigio, tale Renuccio Tomassoni. Ciò lo costrinse a dover fuggire da Roma verso Napoli per poi arrivare a Malta, dove realizzò l’opera che rappresentava proprio quell’atto funesto ne “La Decollazione di San Giovanni Battista” nel 1608.
Il quadro fu anche l’unico dipinto che firmò in tutta la sua vita, riportando la scritta “f. michelang” proprio sulla pozza di sangue che sgorgava dal collo di San Giovanni Battista. A Malta Caravaggio si unì all’Ordine di San Giovanni e probabilmente la “f” stava a indicare l’abbreviazione di “fater” o “fratello”, mentre altre teorie sostengono che possa fare riferimento alla parola latina “fecit” che significa “ha fatto”. Questa firma enigmatica aggiunge un altro strato di mistero e fascino al lavoro di Caravaggio, lasciando aperte molte interpretazioni su ciò che intendesse comunicare realmente.