Leonardo da Vinci, figura di spicco del Rinascimento italiano, non è solo celebrato per le sue ineguagliabili opere d’arte e le visioni scientifiche avanguardistiche, ma anche per le sue parole profetiche sull’alimentazione. La celebre citazione, “Verrà il tempo in cui l’uomo non dovrà più uccidere per mangiare, ed anche l’uccisione di un solo animale sarà considerato un grave delitto,” è stata la fiamma accesa per numerose teorie che vedono in Leonardo il primo vegetariano della storia in Italia.
Nella storia e nella cultura, l’adesione di personaggi illustri a particolari abitudini di vita ha sempre suscitato interesse e ammirazione. Questi individui diventano spesso esempi da seguire e fonti di ispirazione per le generazioni successive. Tra gli esempi più significativi, spicca la figura di Leonardo da Vinci, genio rinascimentale dalle molteplici sfaccettature, la cui presunta adesione al vegetarianismo rappresenta un argomento di intensi dibattiti e speculazioni, e suscita un interesse particolare nel comprendere le abitudini alimentari di una figura così influente nella cultura occidentale.
Il suo ruolo come maestro di feste e banchetti a Firenze, Milano e Parigi lo portò a studiare le materie prime, a inventare macchine per la lavorazione degli alimenti e a riflettere sulle caratteristiche dei territori di produzione. Tuttavia, la domanda cruciale rimane: era davvero vegetariano?
Leonardo da Vinci: Il pioniere del vegetarianismo?
Le teorie sul vegetarianismo di Leonardo nascono da varie influenze, tra cui la sua presunta predisposizione personale sin dall’infanzia a considerare sacra ogni forma di vita superiore. Più nello specifico, l’ipotesi al centro di questa disputa si basa in parte su un presunto manuale di ricette redatto dal genio rinascimentale.
Secondo alcuni studiosi infatti, questo manuale contiene numerosi piatti a base di frutta e verdura, escludendo completamente la carne. Se autentico, potrebbe essere interpretato come una prova della preferenza di Leonardo per una dieta priva di carne. Ma la validità di questo documento è stata messa in discussione da alcuni critici, che sollevano dubbi sull’autenticità e l’attribuzione corretta a Leonardo.
Il dibattito si estende anche alla comprensione delle motivazioni dietro una presunta scelta vegetariana da parte dello stesso. Alcuni sostengono che il suo interesse per la qualità e la freschezza degli ingredienti potrebbe averlo spinto verso una dieta più basata sulla frutta e la verdura, mentre altri suggeriscono che potrebbe essere stato influenzato da considerazioni etiche o filosofiche.
Altri studiosi suggeriscono ancora la presenza di echi del francescanesimo, dove il rispetto degli animali era un valore fondamentale. Inoltre, la conoscenza delle dottrine neo-platoniche di Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, che sottolineavano la presenza dello spirito di Dio in ogni cosa e sostenevano che gli animali non erano privi dello spirito divino, aprendo la porta a una considerazione più etica della loro vita, avrebbe potuto influenzare la visione di Leonardo sugli animali.
Vegetarianismo di Leonardo: dubbi e contestazioni
D’altra parte, altri storici, evidenziando il contesto storico e culturale dell’epoca, in cui il consumo di carne era diffuso e considerato una fonte importante di nutrimento e status sociale, sollevano dubbi su questa interpretazione, suggerendo che potrebbe essere eccessivamente semplificata e che Leonardo potrebbe in realtà non essere stato rigidamente vegetariano, e che potrebbe aver cucinato e consumato piatti a base di carne durante la sua vita. Tuttavia, in ogni caso, queste testimonianze sono spesso soggette a interpretazioni e speculazioni, e non forniscono prove definitive del suo regime alimentare.
Sebbene Leonardo da Vinci possa essere considerato un pioniere nel contesto italiano per la sua presunta adesione al vegetarianismo, è importante riconoscere che il concetto stesso di astenersi dal consumo di carne non è una novità del Rinascimento, ma ha radici antiche che risalgono anche all’antica Roma, con figure come Seneca che hanno abbracciato il vegetarianismo per motivazioni etiche e morali.
Il vegetarianismo in una prospettiva antica, filosofica e morale: la testimonianza di Seneca
Le opere di Seneca, tra cui le sue epistole e trattati filosofici, riflettono il suo impegno per il vegetarianismo e la sua convinzione nella necessità di una vita improntata alla compassione e alla consapevolezza del proprio impatto sull’ambiente circostante. Per Seneca, rispettare la vita degli animali era una manifestazione diretta di virtù e compassione. Egli incoraggiava vivamente l’adozione di uno stile di vita vegetariano, sostenendo che l’uccisione degli animali per il consumo alimentare andasse contro il principio di giustizia e di rispetto per la vita. La sua influenza filosofica, basata su ideali etici profondamente radicati, ha continuato a ispirare le generazioni successive di pensatori e attivisti per i diritti degli animali.