Alcuni mosaici e altri reperti storici mostrano Alessandro Magno spiccare il volo e librarsi nel cielo. Ma è stato davvero possibile?
Le cose sono in realtà un po’ diverse e, come spesso accade in questi ambiti, c’è sempre una linea di connessione tra la verità e la leggenda, diventata poi un vero e proprio mito con il passare degli anni.
Secondo le cronache dell’epoca, infatti, Alessandro Magno desiderava ardentemente volare e raggiungere il cielo. Per realizzare questo sogno, pare che cercò di ideare uno stratagemma che avrebbe dovuto essere vincente ma… con quale esito?
Come Alessandro Magno intendeva volare
Sono sempre le leggende storiche a ricordare che per soddisfare il suo desiderio di volare Alessandro Magno ideò un ingegnoso stratagemma: catturò due grifoni, creature mitologiche alate, e li aggiogò a un carro o a una cesta di vimini.
Per attirare i grifoni e farli volare, Alessandro utilizzò delle esche di carne poste su aste fissate al carro. I grifoni, attratti dal cibo, iniziarono a battere le ali, sollevando il carro in aria. Alessandro si aggrappò dunque al carro e si librò in cielo, sorvolando terre e mari.
A questo punto le leggende tendono a divergere, manifestando la sussistenza di alcune varianti. Secondo una parte di esse, Alessandro Magno voleva raggiungere il Paradiso, secondo altre voleva invece conoscere i segreti del mondo. In altre ancora, il volo è un’impresa di natura più terrena, compiuta per esplorare nuovi territori o per sfuggire a nemici.
Naturalmente, non c’è niente di vero. Come intuibile, Alessandro Magno non riuscì mai a volare, ma la storia ha mantenuto un discreto interesse, prestandosi a molteplici interpretazioni nel corso del tempo. In alcuni contesti, per esempio, questo gesto è stato visto come un simbolo dell’ambizione smisurata di Alessandro Magno e della sua hybris, la tracotanza che lo spinge a sfidare gli dei. In altri contesti, il volo è stato interpretato come un’allegoria del viaggio spirituale dell’uomo verso la conoscenza e l’illuminazione.
A rinvigorire ulteriormente i fasti di questa leggenda sono state poi alcune opere d’arte come il rilievo di Benedetto Antelami nel Battistero di Parma, e diversi testi, tra poemi e chansons de geste, che hanno contribuito a rinnovare il mito nel corso dei secoli, fino ad oggi.