C’è un artista che ama così tanto la sua opera che non le toglie davvero mai gli occhi di dosso: ecco di cosa stiamo parlando
Esistono opere artistiche in grado di preservare una fama leggendaria nel tempo: soprattutto la nostra terra conserva un patrimonio considerevole in tal senso, tant’è che sono numerosi i turisti che, da tutto il mondo, atterrano a Roma, Firenze e altre rinomatissime città d’arte per contemplare questi meravigliosi capolavori.
A livello architettonico, una delle costruzioni più importanti a livello mondiale è la Cupola di Santa Maria del Fiore, sita proprio nel cuore di Firenze e realizzata dall’artista ed architetto Filippo Brunelleschi. Il progetto è stato interamente curato e messo a frutto da quest’ultimo, consacrato poi a Papa Eugenio e rappresenta un grande tassello dell’ eredità artistica e culturale italiana.
Anche internamente la Cupola presenta un disegno studiato nei minimi dettagli: parliamo dei numerosissimi affreschi che rappresentano il Giudizio Finale, realizzati da Vasari e Zuccari. In virtù di tutto l’amore e la dedizione che Brunelleschi impiegò per la realizzazione di questo colosso architettonico, è stato realizzato un piccolo omaggio in suo onore, che letteralmente tutti possono ammirare nel luogo stesso in cui si erge la Cupola.
Brunelleschi guarda sempre la sua opera: ecco in che modo
Ci troviamo a Firenze, più precisamente a Piazza Duomo, nel suo lato sud. Procedendo poco dopo il palazzo della Misericordia, potete ammirare il palazzo dei Canonici. Questa struttura fu costruita circa a metà Ottocento, quando ebbe luogo una rivalutazione della location con nuovi interventi urbani. Ecco cosa potete trovarci.
Questo palazzo è stato costruito dall’architetto Gaetano Baccani e porta questo nome in quanto, al tempo, ospitava proprio questa categoria (tant’è che ancora oggi appartiene alla Curia). Dal punto di vista architettonico, degna di nota è la sua balconata, sorretta da ben quattro colonne. Due di queste, al loro interno, contemplano delle statue, realizzate da Luigi Pampaloni nel 1830.
Entrambe sono state create con una grande cura ad un dettaglio in particolare: gli sguardi. La prima, infatti, raffigura Arnolfo di Cambio, interessante in quanto guarda esattamente verso il Duomo, nonché una delle sue più grandi opere. La seconda, come si può immaginare, rappresenta proprio Brunelleschi, che a sua volta volge lo sguardo in alto, verso la sua Cupola (ve la poniamo nell’immagine).
Sotto le raffigurazioni, inoltre, sono state incise delle iscrizioni in latino, volte proprio ad omaggiare ed elogiare gli architeti che progettarono la cattedrale fiorentina. Conoscevate questi dettagli?