Secondo gli esperti dovrebbe essere proprio a Palermo ma è giallo in merito ad alcune dinamiche: ecco cosa sta succedendo
Per un importante periodo storico, la Sicilia divenne territorio dell’impero romano (ad eccezione di Catania, che rimase indipendente). Nonostante, però, questa sia una vera e propria certezza, i resti che attesterebbero questo legame sono davvero minimi. In particolare, la città che quasi sembrerebbe non essere compresa in questa valutazione è Palermo.
Nello specifico, ciò che testimonierebbe l’appartenenza della Sicilia al dominio romano sono delle rovine ritrovate tra la metà dell’Ottocento e i primi del Novecento in Piazza della Vittoria. Importantissimi, inoltre, sono i lacerti di pavimentazione musiva di Piazza Sett’Angelo. A Palermo, però, quasi nulla sembrerebbe confermare la presenza dei romani, soprattutto in ambito storico e culturale.
Sulla base della ricostruzione degli studiosi, però, era abbastanza certo che la città fosse molto popolata e che, soprattutto, possedesse un anfiteatro, dove venivano organizzati spettacoli con gladiatori ed animali per intrattenere gli spettatori. Nonostante, queste informazioni siano date per certe, non ci sono tracce resti veri e propri di questo progetto architettonico. Nel tempo, sono state fatte varie ipotesi su dove potesse essere ubicato.
Colosseo sommerso a Palermo, ecco dove potrebbe essere
Ciò da cui si parte sono chiaramente le basi. Solitamente, gli anfiteatri presentano forma circolare o ellittica ed hanno goduto del massimo splendore nel periodo pre cristianesimo, a partire da cui poi hanno iniziato pian piano a decadere. Venivano, inoltre, costruiti spesso lontani dai centri cittadini, motivo per cui la ricerca è spesso partita proprio da queste aree.
Sono state avanzate diverse ipotesi in merito all’esistenza e alla collocazione dell’anfiteatro di Palermo. Fino alla metà del Cinquecento, ade esempio, si parlava dell’Aula Viridis o Sala Verde del Palazzo Reale di Palermo. Secondo Basile era proprio questa l’anfiteatro.
Tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500, però, la Sala venne usata per effettuare una serie di lavori, spesso anche come cava di materiali, motivo per cui ad oggi (e anche in virtù delle testimonianze rinvenute in merito), anche portando avanti degli scavi rimarrebbe ben poco da analizzare.
Secondo Di Giovanni, invece, l’anfiteatro si collocherebbe via Montevergini dove (secondo alcune credenze popolari) erano presenti cunicoli sotterranei e stanzette nascoste sotto della pavimentazione dell’attuale piazza Montevergini. Questa versione, inoltre, sarebbe plausibile per via di alcuni mosaici romani che rimanderebbero alla presenza abitazioni private.
L’ipotesi più accreditata, però, sarebbe quella per cui l’anfiteatro si ubicherebbe presso il quartiere della Loggia, nella zona compresa tra via Roma, via Monteleone, vicolo San Basilio e Piazza San Domenico. Osservando la forma delle vie dall’alto, infatti, la forma delle coperture degli edifici è semicircolare, proprio come quella di queste costruzioni.
Il fatto che non risulti così evidente, secondo Storchi, sarebbe da collegare agli interventi per la riedificazione della nuova chiesa di San Domenico, che comportarono la demolizione di un intero quartiere. Pitrè, invece, ha avanzato l’ipotesi della zona dell’Olivella, anche se decisamente meno plausibile rispetto a tutte le altre. La questione, però, rimane tutt’oggi un mistero.