A Castel Gandolfo sono state ritrovate diverse opere e frammenti d’epoca antica. Sorprendente il luogo del ritrovamento ..
Una delle regioni italiane più popolari ricche di storia, cultura e arte è il Lazio, che affonda le radici nell’antichità, e che spesso è stata il centro di scoperte di rilevo di diverse epoche e vicende nel corso della storia. Molto si deve a ricerche archeologiche e studi approfonditi del territorio, eppure, a volte quelle più sorprendenti avvengono anche per caso, come il recente ritrovamento nel comune di Castel Gandolfo.
Si tratta di una serie di oggetti e sculture dal valore inestimabile, risalenti al periodo dell’antica Roma, dell’epoca imperiale, che attualmente si trovano custodi al Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano a Roma. Il ritrovamento avvenne nel corso del 2021 durante lo sgombero di un immobile, un’operazione condotta dai Carabinieri. Solo di recente è stato possibile procedere con l’analisi e la visione dettagliata di queste opere, permettendo a chi di competenza di approfondire la comprensione di questa straordinaria e insolita scoperta.
Il ritrovamento di epoca romana scoperto a Castel Gandolfo
I reperti archeologici sono stati rinvenuti in un appartamento di Castel Gandolfo causalmente, durante un’operazione di sgombero, contenuti all’ interno di un contenitore sospetto. Il contenuto non era mai stato dichiarato dal proprietario dell’immobile alle autorità, che hanno successivamente proceduto a confiscare le opere, che sono tornate al Patrimonio Culturale di Roma, su tutela della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Tra i reperti ci sono un busto maschile di marmo copia dell’ Eros di Tespie eseguito nel IV secolo a.C. dello scultore greco Lisippo, insieme a un altro busto e una lastra decorata, ben conservati e attualmente visibili ristrutturati nel Museo Nazionale Romano.
Tra gli altri reperti ci sono antichi frammenti preziosi, come rivestimenti marmorei, basamento di marmo di una statua, anfore e altri frammenti antichi. Gli oggetti erano destinati ad essere venduti nel mercato clandestino, ma fortunatamente dopo essere stati ritrovati e sequestrati, ancor più significativo è stato il fatto che il proprietario sia stato denunciato per ricettazione. La consegna al museo delle opere è avvenuta l’8 marzo dopo lunghe e approfondite fasi di studio, osservazione e accertamento, che hanno permesso di valorizzare appieno il valore storico e culturale degli oggetti recuperati.