È una delle fotografie più forti mai scattate che vinse il premio Pulitzer ma che segnò la vita del suo autore in modo tragico.
La fotografia ha sempre avuto il potere straordinario di catturare momenti indelebili della storia umana, testimonianze incredibilmente forti sia nel bene che nel male, eventi che riflettono la complessità della condizione umana, dalla gioia più pura alla tragedia più profonda. Alcuni dei fotografi più esemplari facevano parte del gruppo chiamato Bang Bang Club, che includeva Ken Oosterbroek, Greg Marinovich, João Silva e Kevin Carter. Erano artisti conosciuti per il loro stile di fotografia documentativa e spesso rischiosa, come i momenti più crudi e violenti del conflitto in Sudafrica.
I fotografi si recarono in Sud Africa negli anni ’90 durante gli ultimi giorni dell’apartheid e subito dopo, per catturare immagini di guerra e conflitto urbano, gli scontri tra manifestanti anti-apartheid e le forze di sicurezza, gli effetti della violenza delle township. Documentarono così la realtà del Sud Africa durante un periodo estremamente tumultuoso e pericoloso che gli segnò la vita.
Una delle fotografie più sconvolgenti degli anni ’90
Il Bang Bang Club rischiò la vita per documentare gli orrori della guerra civile che hanno straziato la nazione. Le loro foto aiutarono a concentrare l’attenzione del mondo sulla situazione del Sud Africa e a galvanizzare l’opinione pubblica internazionale per porre fine all’apartheid. Una foto in però scattata da Kevin Carter fu particolarmente forte e in grado di immortalare un momento estremamente tragico e sconvolgente dal punto di vista umano e morale. Si tratta della foto del Bambino con Avvoltoio (in originale Stricken Child crawling towards a Food Camp), scattata nel 1993 in Sudan, uno scatto col quale vince anche il Premio Pulitzer per la miglior fotografia.
La foto esprime l’emblema della povertà estrema, la crisi, la morte, la rassegnazione che invita a riflettere e pensare a uno dei tanti scenari simili presenti nel mondo e che sembra possa essere applicata anche attualmente a condizioni in cui alcuni paesi sono costretti a vivere ancora oggi. La foto fu criticata in lungo e in largo, soprattutto per ciò che il fotografo avrebbe dovuto o non dovuto fare in quella circostanza. L’esperienza nel Sud Africa però costò molto a Kevin Carter che si ritrovò nel tunnel della droga. La depressione lo portò successivamente al suicidio per l’impossibilità di riuscire a reggere tutta la disperazione, tristezza e le atrocità che aveva visto.
