Credi sia impossibile trovare armonia e serenità sul luogo di lavoro? Ecco cosa ne pensa il “premio Nobel” per dell’architettura.
Quante volte hai sognato di andare a lavoro in un ufficio armonioso che non alimenti lo stress? In un ufficio che non alieni la tua personalità ma che ti metta in contatto con gli altri? Questo è il desiderio di tutti quelli che devono quotidianamente andare nello stesso posto di lavoro e che, a volte, si sentono logorati da quelle stesse mura.
Infatti, l’ambiente che si crea nel luogo del lavoro può dipendere anche dall’ufficio in quanto elemento fisico. L’architettura di un luogo può a creare un’aria positiva oppure negativa. Lo sa bene il vincitore del Pritzker Architecture Prize 2024: Riken Yamamoto. Ma cosa sappiamo dell’architetto più talentuoso dell’anno?
Lo spazio di lavoro armonioso di Riken Yamamoto
Prima di proseguire nell’analisi di Riken Yamamot, vogliamo ricordare in cosa consiste il Pritzker Architecture Prize. Si tratta di un premio che viene assegnato ogni anno all’architetto che grazie alla sua visione del mondo e dell’arte e ai suoi progetti, abbia dato in qualche modo un grande contributo all’umanità. Parliamo di un premio assegnato sin dal 1979 ed è la massima aspirazione per un architetto contemporaneo.
Di origine giapponese ma nato in Cina, apre il suo studio nel lontano 1973, il Riken Yamamoto & Field Shop. Contemporaneamente ha perseguito la sua carriera di insegnante universitario. L’idea imprescindibile ti Yamamoto è quella di creare un’architettura che abbia un valore collettivo.
Infatti, il suo progetto è proprio quello di enfatizzare l’armonia di un luogo. Come ribadito da lui stesso, è importante che un progetto architettonico regali la privacy alle persone senza però dimenticare di quanto sia importante, oltre la libertà individuale anche la necessità di avere delle relazioni sociali con gli altri promuovendo uno scambio culturale e di vita. L’architettura di Yamamoto è un continuo fondersi tra la vita privata e la vita pubblica, in un modo così elegante da poter usare l’architettura come specchio di un’intera comunità.
La giuria stessa del Pritzker Architecture Prize ha spiegato di aver premiato l’architetto proprio per la sua consapevolezza sul tema sociale, mettendo al centro di ogni scelta architettonica la democrazia. Come in democrazia ogni scelta deve partire dal popolo, così anche in architettura le scelte devono devono nascere dalle persone e l’architettura stessa deve seguire questa collettività, creando un ambiente in cui collettivo e individuale possano stare in armonia.