Quante volte hai visto l’urlo di Munch ritratto sui libri? Sicuramente ti sarà sfuggito questo dettaglio triste.
L’urlo di Munch è uno delle opere più conosciute dell’Ottocento. L’immagine iconica di quest’uomo che grida su un ponte circondato da colori allo stesso tempo accesi e terribili, è diventata ormai un’immagine quasi pop che si trova su abbigliamento, accessori ed oggetti di design.
Ma chi era Edvard Munch? Pittore norvegese, ebbe una vita artistica influenzata dalla sua vita fosca. Tra malattie in famiglia, lutti e demoni interiori, la pittura di Munch divenne distintiva proprio per queste influenze della sua anima. Un uomo dallo stato emotivo fragile ma da un’immenso talento che affinò anche tramite lo studio di alcuni grandi maestri come Gauguin, Van Gogh e Toulouse-Lautrec.
Durante l’era della Germania nazista, tra le opere considerate come “arte degenerata”, dunque da distruggere e proibire, ci furono molte opere di Munch. Fortunatamente molte di esse sono sopravvissute fino a noi oggi.
Un grido infinito della natura: il messaggio dell’Urlo
La genesi stessa dell’opera prende a piene mani dalla vita dell’artista. Infatti, è lui stesso a raccontarci come nasce questa idea e quali sono le emozioni e le paure racchiuse nella sua opera. Racconta di una sera in cui camminava in collina accompagnato da due amici. Ricorda che quello era un periodo particolarmente difficile della sua vita e la sofferenza della sua anima si rifletteva direttamente sulla natura.
Il cielo che era solo di sopra di lui sembrava rosso come sangue ed è lì che ha sentito come un urlo proveniente dalla natura. Un urlo che scombussolava i colori e le linee come se le facesse vibrare. Questo urlo poteva sentirlo solo lui, i suoi due amici erano del tutto indifferenti e continuavano a camminare. Dopo quell’episodio, dipinse la sua opera. Ma non sono solo i colori e le linee di quest’opera a trasmetterci tristezza e disperazione. Grazie a recenti studi esami a raggi X, è stata interpretata una scritta presente nel cielo.
In realtà, si tratta di una scritta che è sempre stata visibile ad occhio nudo ma che non si era mai riuscita ad interpretare del tutto in maniera corretta. Le nuove ricerche e nuovi studi della Galleria Nazionale di Oslo hanno finalmente rivelato cosa dice la scritta: “Could only have been painted by a madman”, ossia in italiano può essere stato dipinto solo da un pazzo.
Gli studi hanno dimostrato che senza alcuna ombra di dubbio è stato proprio Munch a scrivere quella frase che corrisponde perfettamente alla sua grafia. Come mai la scelta di queste parole? Quando l’artista mostrò la sua opera al pubblico norvegese, furono molte le polemiche. Diversi critici dissero a gran voce che un’opera del genere non poteva essere stata partorita da un cervello normale.
Senza dubbio queste parole hanno influito sull’umore dell’artista che aveva vissuto tutta la vita nel terrore di ereditare le malattie mentali della sua famiglia. L’iscrizione potrebbe essere proprio una risposta a questi commenti acidi che mettevano in dubbio il suo stato mentale.