Hai mai sentito parlare di dipinti segreti e nascosti? È questo è il caso di un dipinto di uno dei maggiori artisti del ‘900.
La storia dell’arte è piena di quadri costosissimi che hanno avuto delle vicende curiose e strane. Molte volte, proprio le strane vicende di cui le opere sono protagoniste, fanno alzare il loro valore di svariati milioni. Magari un ritrovamento fortuito, il mistero sull’appartenenza ad un determinato artista, un furto o la proprietà di qualche personaggio ricco e famoso.
Sono molti i dibattiti che, per questi motivi, si aprono intorno ad un dipinto. Uno di questi dipinti posto al centro di una strana e particolare vicenda risale alla mano artistica di Gustav Klimt. Il pittore austriaco, fu l’esponente principale della secessione viennese. Sicuramente, una delle sue opere più famose è “Il bacio” che abbiamo visto e rivisto su stampe, libri, magliette ed accessori vari. Ma qual è il quadro controverso di Klimt?
Un quadro al centro della Seconda Guerra Mondiale: una disputa in atto
Una tappa fondamentale del percorso artistico di Klimt sono i suoi viaggi a Ravenna, dove rimase incantato dai mosaici bizantini e dall’oro musivo che vi era incastonato. Considerando anche il fatto che Klimt era figlio e fratello di orifici, unì la bellezza dell’oro nelle sue opere. Oltre al ricorrente uso dell’oro, un tema ricorrente di Klimt era la rappresentazione della donna in maniera sensuale e provocatorio.
Sono proprio due donne protagoniste al centro dell’opera tanto discussa di Klimt: Serpenti d’acqua II. Si tratta di un’opera iniziata intorno al 1904 per volontà della figlia di un industriale viennese. Fa parte di una serie di opere che ha come tema l’acqua tra cui troviamo: Acqua in movimento (1898), Medicina (1901), Pesce rosso (1902) e anche la prima versione di questo dipinto, ossia Serpenti d’acqua I (1904). Nell’opera sono presenti quattro ninfe d’acqua, due sono ben presenti in primo piano mentre le altre due si presentano sullo sfondo facendo capolino con le teste. Anche in questo caso è fortemente presente il bagliore dell’oro bizantino. Ma cosa rende speciale quest’opera?
La prima proprietaria del dipinto era di origine ebraica e dovette scappare in Portogallo nel periodo nazista, lasciando incustodita l’opera che venne confiscata dai nazisti così come tante opere d’arte in quell’epoca. La cosa particolare è che sembrerebbe che l’opera finì nelle mani di uno dei figli illegittimi di Klimt, Gustav Ucicky che la tenne fino al 1961 appesa nel suo appartamento. Nel 2012, la moglie decise di vendere il dipinto, ma siccome era ancora considerato un quadro rubato e perduto, dovette chiedere di stringere accordi con gli eredi della legittima prima proprietaria.
Secondo l’accordo, il ricavato doveva essere diviso al 50% tra le parti. Fu così che per la cifra di 112 milioni di dollari, il dipinto venne venduto al commerciante d’arte Yves Bouvier. L’anno dopo, lo stesso quest’ultimo vendette il quadro per la cifra di 183 milioni di dollari ad un altro collezionista russo, Dmitry Rybolovlev. Tra i due nacque una diatriba in quanto Rybolovlev ha accusato Bouvier di averlo ingannato.
Qualche anno più tardi, nel 2015 il dipinto è stato rivenduto ancora una volta ad un anonimo. Qualcuno parla di una misteriosa principessa del Qatar, ma per adesso non si hanno certezze.