La recente identificazione di un sesterzio del II secolo all’interno del complesso archeologico della villa romana di Mutteron dei Frati a Bibione, Valgrande, costituisce un importante traguardo nelle indagini scientifiche in corso in questa regione. La villa, unica testimonianza ben conservata degli insediamenti lungo il litorale Alto-Adriatico durante l’epoca romana, ha da tempo suscitato l’interesse degli archeologi, ma solo negli ultimi anni sono state intraprese indagini sistematiche per comprendere appieno la sua importanza e il suo contesto storico.
Le prime annotazioni riguardanti scoperte archeologiche nella regione risalgono al Settecento; tuttavia, fino a tempi recenti, gli scavi non hanno seguito un approccio sistematico e completo. Solo nel 2018 infatti, grazie alla sinergia tra le Università di Regensburg e Padova, la Soprintendenza ABAP per l’Area Metropolitana di Venezia e altri esperti del settore, che è stato avviato un programma di ricerca mirato a esplorare e valorizzare la villa romana di Bibione, e tale iniziativa ha compreso una serie di indagini preliminari di vario genere, tra cui prospezioni geofisiche e sondaggi archeologici, al fine di acquisire una comprensione più approfondita del sito e del suo contesto storico-ambientale.
La villa romana si ergeva maestosa su un’antica duna di sabbia denominata “Mutteron dei Frati“, la cui presenza è verosimilmente da attribuire all’epoca preistorica. Questa posizione geografica, sul fianco meridionale e in prossimità dell’antica costa dell’Adriatico, suggerisce un profondo legame della villa con le attività economiche e commerciali che animavano la regione nordadriatica durante l’epoca romana. Le imponenti strutture murarie, costruite con pietra del Carso e di Aurisina, testimoniano l’importanza e la prosperità del complesso edilizio. E di certo, la presenza di un arredo sontuoso, impreziosito da affreschi e mosaici di alta qualità, sottolinea ulteriormente le elevate possibilità economiche dei proprietari della villa, riflettendo un livello di lusso e raffinatezza che caratterizzava le dimore dei più facoltosi durante l’antica Roma.
Sesterzio del II secolo alla Villa Romana di Bibione: un’indagine nel passato antico
Questa moneta antica dunque un’autentica potrebbe rivelare preziose informazioni sulla cronologia dell’insediamento e sulle attività economiche che vi si svolgevano. Un’analisi accurata del sesterzio, contestualizzata nel suo ambiente archeologico, potrebbe svelare dettagli cruciali sulla vita quotidiana, sull’economia e sul commercio nell’antica Bibione. La moneta potrebbe fornire indizi preziosi su aspetti quali i flussi commerciali, le pratiche di scambio e le relazioni economiche della villa con altre comunità circostanti, e contribuire al contempo alla datazione degli strati stratigrafici del sito archeologico, consentendo agli studiosi di comprendere meglio l’evoluzione temporale dell’insediamento.
Il rinvenimento di pesi di terracotta destinati alle reti di pesca conferma poi la funzione essenziale dell’attività marittima nell’ambito economico della zona circostante. Le evidenze archeologiche suggeriscono infatti che la villa romana di Bibione abbia tratto la sua prosperità principalmente dalle ricchezze marine, con un’attenzione particolare alla pesca e all’allevamento dei pesci, e ciò implica che con elevate probabilità la villa non fosse soltanto una residenza signorile, ma anche un centro economico vitale nel contesto dell’epoca romana.
Un nuovo capitolo nelle indagini archeologiche che promette dunque di essere estremamente interessante, con la prospettiva di un mese di intense ricerche e l’apertura di almeno tre nuove aree da sottoporre a scavo. Gli studiosi, gli appassionati di storia e il pubblico in generale avranno inoltre la possibilità di seguire da vicino lo svolgimento delle indagini e rimanere aggiornati sulle scoperte attraverso i canali social di Bibione Antica: Discovering the past su Facebook e Instagram. Inoltre, per coloro che desiderano visitare il sito durante gli scavi, è prevista un’apertura al pubblico per almeno mezza giornata nel mese di marzo, un’opportunità unica per entrare in contatto con la storia vivente e partecipare attivamente al processo di scoperta e comprensione del passato.