Ci sono opere di Picasso, Matisse, Gauguin e Monet che non rivedremo più. Ma come è potuta accadere una cosa del genere?
I furti d’autore sono disseminati per tutta la storia dell’arte. Si contano oltre 700.000 oggetti d’arte che sono ritenuti ad oggi o scomparsi o rubati. Molti di questi, purtroppo, non si ritroveranno mai più perché sono andati distrutti o perché non si è riusciti a capire dove il ladro, o i ladri, li abbiano potuti nascondere.
Del resto, quando un’opera rubata finisce nel mercato nero è davvero difficile recuperarla. Uno dei furti più massicci avvenuto ai danni di opere d’arte e quello dell’ottobre del 2012 presso il museo Kunsthal di Rotterdam. Non si tratta del furto di un’opera, ma bensì di ben 5 opere di grandi maestri.
Bruciate oppure no? Le opere che difficilmente potremmo rivedere
A quanto pare furono quattro gli uomini responsabili del furto di Rotterdam. Con un’abilità meglio del più sagace Lupin, riuscirono a mettere fuori uso il sistema di allarme in pochi minuti. Fu una cosa velocissima: entrarono, staccarono i quadri e scapparono.
Le opere in questione erano 5 dipinti appartenenti alla collezione di un prestigioso conoscitore d’arte olandese, William Cordia che si trovavano al museo per un prestito temporaneo di una settimana. Le opere erano Testa di Arlecchino di Pablo Picasso, Ragazza davanti a una finestra aperta di Paul Gauguin, Ragazza che legge in bianco e giallo di Herni Matisse, Il ponte di Waterloo e Il ponte di Charing Cross di Claude Monet.
Per quanto riguarda l’opera di Picasso, faceva parte della sua serie dedicata alla maschera teatrale. A partire dal 1905, infatti, pagliacci e personaggi del circo in generale iniziarono a far parte della sua produzione. Si trattava di opere che ritraevano emarginati sociali della strada e dei caffè come mendicanti, prostitute e personaggi circensi.
L’opera di Gauguin, invece, ritrae una ragazza affacciata ad una finestra, con il suo copricapo rosso ed un fiore appuntato al vestito; è chiamata anche “La fidanzata”. La ragazza di Matisse, invece, ritrae una giovane donna intenta a leggere mentre è appoggiata ad uno scrittoio. La composizione è impreziosita da un tendaggio rosso alle sue spalle e dai fiori sul tavolo bianco.
Le opere di Monet, invece, erano raffigurazione di ponti nel suo stile impressionista fumoso e sognante, in cui con pochi tratti e macchie di colore si catturava la luce naturale. Nel 2013 gli uomini, di origine romena, sono stati arrestati. A quanto pare, la madre di uno di loro, Olga Dogaru, avrebbe incendiato le opere bruciandole in un forno. Come lei stessa ha dichiarato, avrebbe inserito le tele assieme a pezzi di legno, pantofole e scarpe e avrebbe incenerito il tutto.
Successivamente ha ritratto questa sua versione dei fatti anche se, le indagini che furono svolte dal direttore del Museo nazionale di storia romena di Bucarest confermarono che nel forno della donna c’erano effettivamente resti di pittura.