Il mistero dei ladri di Rotterdam riguarda uno dei colpi del secolo che nasconde amare verità su alcune opere d’arte. Ecco cos’è successo..
L’amore di una madre non conosce limiti quando si tratta di proteggere a tutti costi il proprio figlio, e questo lo sa bene la signora Olga Dogaru, madre di uno dei componenti della banda che nel 2012 fece il grande colpo riuscendo a rubare dal Museo Kunsthal di Rotterdam delle opere d’arte di grandissimo valore e molto famose, appartenenti a pittori che hanno fatto la storia di cui Picasso, Monet, Matisse, Freud e Gauguin.
Dopo lunghe ricerche i ladri vennero indentificati ma non fu altrettanto per le opere d’arte. Eppure, i dipinti potrebbero non essere mai ritrovati per via di un gesto funesto da parte della mamma di uno dei ladri, che pur di proteggere il figlio potrebbe aver cancellato per sempre opere di inestimabile valore artistico.
Il mistero del ladro di Rotterdam e di sua madre
La vicenda dei ladri di Rotterdam è stato uno dei colpi del secolo che 12 anni fa lasciò tutti a bocca aperta, ma il furto non fu l’unico fatto sconcertante. Olga Dogaru, la madre di uno dei ladri che rubò opere fenomenali dal Museo Kunsthal, pur di scagionare il figlio confessò di aver bruciato ogni singola opera d’arte nel forno della sua abitazione. La storia ha dell’incredibile, che vede la forza dell’amore di una madre che non guarda in faccia nessuno, neanche davanti a opere dal grande valore storico, artistico, culturale e inestimabile che potrebbero essere state perdute per sempre, ridotte a un cumulo di cenere.
Nella casa di Olga Dogaru a Carcaliu (Romania) vennero fatte diverse indagini da parte degli esperti del museo di storia nazionale, sollecitati da lei stessa. Confermarono il ritrovamento di tracce di vernice, tele, chiodi, piombo, zinco e altre sostanze presenti nel forno, che testimoniano che là dentro vennero effettivamente stati bruciati diversi dipinti. Tra i quadri rubati si trovavano “Testa di Arlecchino” di Picasso, il “Ponte di Waterloo” di Monet, “Donna che legge in bianco e giallo” di Matisse, “Donna di fronte a una finestra aperta” di Gauguin, e “Donna dagli occhi chiusi” di Lucian Freud, ecc.
La donna ha raccontato che prima di bruciare i quadri, li nascose in una casa abbandonata, poi in un cimitero, e infine avrebbe successivamente deciso di carbonizzarli una volta che le indagini erano iniziate anche nel paese. Dopo un tale gesto la donna venne potrebbe essere accusata persino di aver commesso “crimini contro l’umanità”. Non si è ancora andati a fondo alla vicenda, e nonostante nel forno della casa erano state trovate delle tracce, non c’è alcuna sicurezza inconfutabile che si tratti davvero dei quadri rubati dal figlio della donna.
Tra le ipotesi, potrebbe essere stato anche un piano studiato per depistare le indagini e bloccare la ricerca delle opere d’arte. I dipinti potrebbero essere stati rivenduti nel mercato clandestino o essere ancora da qualche parte nascoste. Il mistero dei ladri di Rotterdam tutt’ora rimane avvolto nel mistero.